Nietzsche: l’avvento del nichilismo, il leone

La fase critica e “illuministica” della riflessione nietzscheana

Nietzsche si distacca da Wagner, che pochi anni prima aveva considerato un grande artista, perché cambia prospettiva e vede in lui un esempio di decadenza. Secondo Nietzsche, Wagner è malato di idealismo e cerca di "redimere" l'uomo attraverso una visione simile a quella cristiana, che impone regole rigide e svaluta i sensi e gli istinti. Inoltre, il filosofo critica l'idea wagneriana della musica come mezzo per accedere a una realtà superiore: per Nietzsche, la musica è già di per sé verità e massima espressione della vitalità dionisiaca.

Allontanandosi da Wagner, Nietzsche arriva a una nuova convinzione: invece di recuperare il mondo tragico dei Greci, bisogna portare avanti la razionalizzazione della cultura europea e abbattere i vecchi valori metafisici, sviluppando pienamente il nichilismo. Questo periodo del suo pensiero, detto "illuministico", è rappresentato simbolicamente dal leone, che distrugge e smaschera le illusioni. Nietzsche vede la scienza non come un insieme di verità assolute, ma come un metodo per liberare l'uomo dalle false credenze.

Definita "gaia" per il suo spirito liberatorio, la scienza gli interessa soprattutto per il suo metodo di analisi, tipico di discipline come la chimica e la paleontologia. Seguendo questo modello, Nietzsche sviluppa una "chimica delle idee e dei sentimenti", per mostrare le loro radici umane, come indica il titolo della sua opera Umano, troppo umano.

In questa fase, la filosofia di Nietzsche si concentra sulla critica della cultura occidentale, vista come un allontanamento dalla vitalità e dagli istinti dell’uomo. Il suo linguaggio diventa più duro e provocatorio, per smascherare le illusioni della metafisica e della ricerca di una verità assoluta. Per Nietzsche, non esiste un'unica interpretazione del mondo: ogni conoscenza è legata a un punto di vista, e la realtà può essere vista in modi infiniti.


La filosofia del mattino

La filosofia, secondo Nietzsche, deve smascherare le credenze che, da Socrate in poi, hanno dominato la cultura europea in religione, morale, metafisica e scienza, mostrando che non hanno basi reali. Queste visioni del mondo non sono altro che il riflesso di bisogni e desideri umani e materiali. Per questo, la filosofia di Nietzsche viene chiamata "filosofia del mattino", perché aiuta a liberarsi dalle "tenebre del passato". Alla fine della sua critica, sarà chiaro che il mondo creato dai metafisici, spacciato per "vero", è solo un'illusione, una favola fatta passare per realtà.

Secondo Nietzsche, le grandi costruzioni della morale, della filosofia e della scienza non sono altro che invenzioni fatte per consolare l'uomo. Incapace di accettare il caos, il disordine e l'irrazionalità dell'esistenza, l’uomo ha creato un mondo ordinato e rassicurante. In la Gaia scienza, Nietzsche descrive il mondo come un caos eterno, privo di ordine e bellezza, caratteristiche che gli uomini vi proiettano solo per sentirsi al sicuro.

A partire da Socrate, gli uomini hanno perso il coraggio di affrontare la dura realtà dell'esistenza e hanno costruito "menzogne" per proteggersi dal caso e dal caos dell'universo. Con Platone, hanno immaginato un mondo perfetto e "vero" oltre quello reale, svalutando così la vita concreta e sensibile.

In questa visione, l'idea di Dio è il risultato della tradizione metafisica, che ha negato la vita, il corpo e la natura, spostando il senso dell'esistenza in una dimensione trascendente. Nietzsche definisce Dio "la nostra più lunga menzogna": una grande illusione che ha però avuto una funzione storica importante, dando agli uomini sicurezza e stabilità. Le credenze metafisiche, trasformandosi in idee collettive, hanno aiutato le società a trovare ordine e a vivere con l'illusione della felicità.


La "morte di Dio"

Secondo Nietzsche, è arrivato il momento di lasciar perdere Dio e tutte le idee metafisiche, come l'illusione che esista un "altro" mondo oltre a questo. La "lunga menzogna" è ormai inutile. Nella società moderna, queste dottrine si rivelano per quello che sono sempre state: semplici "favole".

"Dio è morto" significa che il nichilismo ha raggiunto il suo punto più estremo. Gli uomini hanno ucciso Dio grazie alla razionalità, che, attraverso i progressi della scienza, ha portato a una critica totale. Uccidendo Dio, gli uomini hanno perso anche le certezze e il sistema di valori che li avevano guidati per secoli. Ora devono fare i conti con il vuoto che Dio e la metafisica avevano riempito con illusioni.

La morte di Dio è il risultato della ragione, ma Nietzsche sente che il suo compito è annunciare questa morte, perché chi ha ucciso Dio non è ancora consapevole di cosa ha fatto e non comprende le sue gravi conseguenze. Nel mondo dominato dalla scienza e dalla tecnica, la religione ha perso senso, e le Chiese sono solo vestigia del passato. Anche se l'ateismo ha preso il posto della religione, Nietzsche lo considera superficiale, perché i nuovi atei hanno semplicemente sostituito Dio con nuovi idoli, come il progresso, la scienza, lo Stato e il socialismo. Gli uomini moderni hanno abbandonato le vecchie credenze, ma non hanno ancora affrontato il vuoto spaventoso che Dio ha lasciato, perché continuano a credere in nuove certezze e valori.


L'annuncio dell'"uomo folle"

Nelle ultime pagine della Gaia scienza, Nietzsche affida l'annuncio della morte di Dio all'"uomo folle", che rappresenta il filosofo-profeta. L'uomo folle vuole far capire un paradosso: Dio, che garantiva l'assolutezza dei valori e l'ordine razionale del mondo, è morto, ma nessuno tra le persone che incontra nel mercato (i filosofi e gli intellettuali dell'Ottocento) ha capito veramente cosa significhi questo evento. Anzi, sono proprio loro, gli stessi che hanno contribuito a "uccidere" Dio, che non riescono a comprendere la gravità di questa morte.

Per spiegare questa morte, l'uomo folle usa metafore potenti, come il prosciugamento del mare, la perdita dell'orizzonte o la dissoluzione del sole. Queste immagini vogliono mostrare quanto sia grave l'evento: con la morte di Dio, vengono a mancare tutti i punti di riferimento stabili. In sostanza, muore la possibilità stessa di una verità assoluta, perché non c'è più nessuna entità metafisica che possa garantirla. Da ora in poi, l'uomo deve assumersi la responsabilità di dare un senso alle cose e alla propria vita.

Questo comporta anche una crisi psicologica, ma Nietzsche non la considera una vera giustificazione teorica, perché l'ateismo è per lui una verità ovvia, che non ha bisogno di essere dimostrata. La consapevolezza che Dio non esiste nasce dalla chiara osservazione del disordine e della crudeltà del mondo: se esistesse un Dio, il mondo non sarebbe così caotico. La difficoltà nell'accettare la morte di Dio, quindi, nasce dal desiderio degli uomini di non sentirsi soli e di avere ancora un punto di riferimento. Non sono ancora pronti ad affrontare le implicazioni di questa morte, che richiede un grande impegno. Solo chi sarà capace di "farsi Dio" e superare i limiti dell'uomo potrà affrontare la nuova epoca che inizia, diventando l'"oltre-uomo".

Il racconto dell'uomo folle si conclude con la consapevolezza che questo grande evento è ancora in corso: "Questo enorme avvenimento è ancora per strada e sta facendo il suo cammino".


La decostruzione della morale occidentale

La critica che Nietzsche fa alla metafisica in questo periodo si può affiancare a un altro lavoro, che gli studiosi chiamano "decostruzione" della morale. Questo processo, che inizia con La gaia scienza e Umano, troppo umano, si completa solo nelle sue opere degli ultimi anni. Nietzsche analizza la tradizione morale dell'Occidente, cercando di smontarla e riconoscendone le origini umane, proprio come ha fatto con le idee metafisiche.

In un passo di la Gaia scienza, Nietzsche paragona le norme morali tradizionali a una maschera che l'uomo europeo ha sempre usato per nascondere la sua vera natura, proprio come copre il corpo con i vestiti per vergognarsi della propria nudità. Immagina che, durante un banchetto, un mago faccia diventare tutti nudi all'improvviso. Lo scandalo sarebbe grande e il buon umore sparirebbe subito. Allo stesso modo, l'uomo europeo non può fare a meno di coprirsi con l'"abito" morale, cioè con le regole e le norme che ha seguito, per nascondere la sua debolezza e mediocrità.

Nietzsche scrive che l'uomo europeo si "traveste" con la morale, perché è diventato una "bestia malata", debole e difettosa, che ha bisogno di essere "addomesticata". Non è la forza della "bestia" a rendere necessario questo travestimento, ma la mediocrità, la paura e la noia di se stesso. La morale, quindi, fa sembrare l’uomo europeo qualcosa di più nobile, più importante e rispettabile, quasi "divino".


L'analisi genealogica dei principi morali

Nietzsche torna a riflettere sulla fase illuministica in due delle sue opere più mature, Al di là del bene e del male e Genealogia della morale, in cui approfondisce la sua critica ai concetti e ai principi morali. In queste opere, il filosofo osserva che abbiamo fatto pochissimi progressi nel capire veramente la morale. Nonostante i grandi successi della scienza, noi "uomini della conoscenza" siamo ancora "ignoti a noi stessi". In altre parole, nessuno ha mai veramente cercato di capire da dove vengano i nostri pregiudizi morali, da dove provengano i concetti di bene e male, e quale valore attribuire a questi concetti.

Nietzsche cerca di rispondere a queste domande usando il metodo genealogico, cioè analizzando le origini psicologiche dei comportamenti etici e delle idee morali. La sua conclusione è che la morale è fondamentalmente uno strumento di potere, usato da un gruppo di uomini per dominare gli altri. Gli uomini "forti" la usano per sottomettere i "deboli", ma anche gli uomini "deboli" la usano per soggiogare i più "forti".

Un esempio che fa Nietzsche è la morale cristiana, che promuove virtù come l'obbedienza, l'umiltà e la dedizione agli altri. Da dove nasce questa morale? Nietzsche risponde che essa viene dall'istinto di vendetta degli uomini inferiori, che, per invidia verso le persone più libere e forti, creano un sistema di valori in cui prevalgono la passività e la rassegnazione, trasformando in ideali morali quelli che sono in realtà segni di debolezza. Così, la morale nasce dalla massa degli uomini deboli (il "gregge"), che con i suoi precetti cerca di sottomettere i pochi individui superiori, uniformando tutti a un livello mediocre.


La morale degli schiavi e quella dei signori

Nietzsche applica il suo metodo genealogico anche ai valori che sembrano esprimere abnegazione e rinuncia, come l'ascetismo religioso. A prima vista, l'ascetismo sembra essere la morale di chi rinuncia a se stesso. Però, se lo analizziamo più a fondo, vediamo che dietro il comportamento remissivo dell'asceta c'è una forte volontà di potere. L'asceta, infatti, è una persona debole che vuole combattere le forze vitali degli uomini più forti per affermare se stesso.

Nella Genealogia della morale, Nietzsche scrive che il sacerdote asceta è il "salvatore" e il "pastore" di un "gregge malato", e la sua missione storica è dominare i sofferenti. Deve essere malato e simile ai malati per capirli, ma anche forte e padrone di sé per resistere a loro e difenderli. Il suo compito è difendere il suo gregge, ma a chi deve difenderlo? Contro i sani, cioè contro le persone forti e vitali. Il sacerdote asceta è quindi il nemico e il disprezzatore di chi ha una salute forte e una vita vigorosa.

Secondo Nietzsche, questa è la "morale degli schiavi", che predica l'umiltà, la fratellanza, la democrazia e l'uguaglianza. È una morale creata da persone mediocri, incapaci e represse, che non essendo eroi, si vendicano imponendo principi di povertà, obbedienza, ascetismo e negazione della gioia di vivere. Nietzsche vede la società moderna come dominata da valori "antivitali", che conducono a una società conformista e omologata. Questo pericolo è già stato denunciato da John Stuart Mill, ma per Nietzsche diventa un'aspirazione a un mondo alternativo, inconciliabile con le idee dominanti del suo tempo.

Di fronte alla morale degli schiavi, Nietzsche pone la "morale dei signori", che era tipica dell'antichità e celebrava la forza, la salute, la gioia e l'orgoglio. La morale dei signori è stata soppiantata dalla religione ebraico-cristiana, che ha messo il sacerdote al posto del guerriero. Il guerriero valorizzava il corpo, mentre il sacerdote ha promosso lo spirito. Con l'arrivo del cristianesimo, i valori della forza e del coraggio sono stati sostituiti da quelli dell'umiltà e dell'obbedienza, e la morale del corpo è stata rimpiazzata dalla morale dello spirito.

Secondo Nietzsche, sono stati gli ebrei i primi a rovesciare questa equazione di valori, sostituendo "buono = forte e nobile" con "buono = umile, povero e sofferente". Questi valori, attraverso il cristianesimo, si sono diffusi nell'Occidente, dove hanno avvelenato l'esistenza, creando una massa di persone risentite e frustrate. Queste persone, per la loro frustrazione, sono diventate spesso oppressive e violente. Nietzsche non critica Cristo, che considera un "santo anarchico" e un uomo che non si è mai opposto alla vita, ma attacca la Chiesa e i suoi rappresentanti, che hanno svalutato il corpo e promosso una morale ascetica, anti-vita e decadente.


Oltre il nichilismo

Con la seconda fase del suo pensiero, Nietzsche annuncia il nichilismo, cioè l'idea che non ci siano più punti di riferimento o verità assolute su cui possiamo basarci. Questa visione è distruttiva e spaventosa, e lo stesso Nietzsche riconosce quanto sia terribile. Tuttavia, non pensa che sia il destino finale dell'umanità. Se accettiamo che nessuna verità religiosa, scientifica o morale possa essere assoluta (perché tutte le verità sono "umane" e non c'è un fondamento certo e indiscutibile su cui appoggiarle), possiamo sentirci smarriti di fronte al nulla, ma allo stesso tempo possiamo provare un senso di libertà e creatività. In questo vuoto, tutto diventa di nuovo possibile. È da questa riflessione che nasce la terza fase del pensiero di Nietzsche, quella in cui parla del "fanciullo", del "meriggio" e dell'arrivo dell'"oltre-uomo".

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