L'innovativa concezione dell'istinto sessuale
Freud riteneva che alla base delle nevrosi e dei conflitti
interiori ci fossero pulsioni legate soprattutto alla sessualità. Questa idea
suscitò molte critiche ai suoi tempi, perché andava contro la convinzione
comune che la sessualità riguardasse solo i rapporti tra adulti e la
procreazione. Freud, invece, sosteneva che la sessualità fosse un concetto più
ampio, presente anche nell'infanzia e legato al bisogno di piacere e
soddisfazione.
La grande novità della sua teoria è che l'istinto sessuale
non è fisso o limitato a un solo obiettivo (la riproduzione), ma è una forza
autonoma che si sviluppa nel tempo e può rivolgersi a diversi oggetti e scopi.
Mentre la psicologia tradizionale vedeva solo l'attrazione tra individui di
sesso opposto come "normale", Freud spiegava che qualsiasi variazione
da questa norma non era un'anomalia, ma il risultato di un percorso evolutivo
dell'istinto.
Secondo Freud, l'attrazione per un oggetto diverso da quello "abituale" (come nel caso dell'omosessualità) non dipende da un difetto dell'istinto, ma da fattori esterni o psichici che influenzano il suo sviluppo.
Il concetto di libido
Freud vede l'istinto sessuale come una forza che non dipende
da un oggetto o da uno scopo preciso. Questo gli permette di collegare tre
aspetti: la sessualità normale, le perversioni e le nevrosi. Una persona può
svilupparsi in modo normale, avere tendenze considerate perverse o diventare
nevrotica a seconda di come si evolve la sua pulsione sessuale.
Freud chiama questa energia sessuale libido. La libido può
cambiare nel tempo, adattarsi a diverse situazioni e indirizzarsi verso vari
oggetti. Questo significa che l'istinto sessuale è flessibile e può assumere
forme diverse a seconda delle circostanze.
Una delle intuizioni più rivoluzionarie di Freud è l'idea
che anche i bambini abbiano una sessualità. Prima di lui, la psicologia
considerava l'infanzia un periodo "innocente", ma Freud dimostrò che
fin dalla nascita esistono pulsioni legate al piacere. Ad esempio, un gesto
naturale come succhiare il latte materno è già una forma di soddisfazione
legata alla libido.
La teoria della sessualità infantile
Freud, nonostante le critiche, definisce il bambino un
"perverso polimorfo". Lo chiama "perverso" perché la sua
sessualità non è legata alla riproduzione come negli adulti, ma al semplice
piacere, ad esempio nel succhiare il latte o nel contatto con la madre. Il
termine "polimorfo" indica che il bambino prova piacere attraverso
diverse parti del corpo in momenti diversi della crescita.
Freud identifica tre fasi dello sviluppo psicosessuale:
- Fase
orale (nei primi mesi di vita) → Il piacere è legato alla bocca,
attraverso la suzione.
- Fase
anale (tra 1 e 3 anni) → Il bambino prova piacere nel controllo delle funzioni
corporee legate all'ano.
- Fase
genitale (dai 3 anni in poi) → Il piacere si concentra sugli organi
sessuali.
La fase genitale si divide in due momenti:
- Fase
fallica → Il bambino diventa consapevole del pene (o della sua assenza
nelle bambine). Questo può generare paura della sua perdita (complesso di
castrazione) nei maschi, mentre le bambine, secondo Freud, provano
"invidia del pene", sentendone la mancanza.
- Periodo
di latenza (dai 5-6 anni alla pubertà) → La sessualità si attenua
temporaneamente.
Con la pubertà, la sessualità riemerge con forza, portando
cambiamenti emotivi e fisici, e si consolida l'importanza della genitalità nel
piacere e nei rapporti.
Il complesso di Edipo
Il complesso di Edipo è una delle teorie più famose di Freud
e riguarda il legame speciale che unisce i bambini ai loro genitori. Secondo
Freud, questo fenomeno si manifesta tra i 3 e i 5 anni, nella fase fallica
dello sviluppo.
Il bambino sviluppa un attaccamento verso il
genitore di sesso opposto:
- Il
maschio si sente attratto dalla madre e vede il padre come un rivale.
Vuole stare sempre con la madre, dormire con lei e a volte promette di
sposarla.
- La
femmina si sente attratta dal padre, tende a escludere la madre e assume
atteggiamenti affettuosi e civettuoli.
Freud ritiene che questa situazione sia presente in tutte le
culture e che, spesso, anche i genitori alimentino inconsapevolmente queste
preferenze.
Il nome "complesso di Edipo" viene dalla tragedia
greca Edipo Re di Sofocle, in cui il protagonista, senza saperlo, uccide il
padre e sposa la madre. Freud sostiene che l'angoscia suscitata da questa
storia deriva dal fatto che, in modo inconscio, tutti i bambini provano
desideri simili nella loro infanzia.
Superare il complesso di Edipo è fondamentale per crescere e
sviluppare una sessualità adulta e consapevole. Significa:
- Accettare
il genitore dello stesso sesso senza più vederlo come un rivale.
- Spostare
l’attrazione verso persone esterne alla famiglia.
Se il complesso di Edipo non viene superato del tutto, la
persona potrebbe portare con sé per tutta la vita un senso di colpa e
difficoltà nelle relazioni affettive.
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