
I meccanismi
di difesa del soggetto
Il metodo
catartico, sviluppato da Freud e Breuer tra il 1882 e il 1895, è il punto
di partenza della psicoanalisi. Breuer lo usava per curare i sintomi
dell'isteria, mentre Freud lo applicò anche per capire le cause
profonde della malattia, convinto che solo portando alla luce questi motivi
il paziente potesse guarire davvero.
Freud e Breuer
ipotizzavano che, dopo un evento traumatico, le emozioni legate a
quell'episodio rimanessero bloccate invece di essere espresse. Anche se il
paziente dimenticava l'evento, le emozioni represse continuavano ad agire,
causando disturbi psicologici. Per eliminarli, bisognava far
riaffiorare il ricordo e permettere alla persona di esprimere
finalmente quelle emozioni.
Ma perché certi
eventi vengono dimenticati? Breuer pensava che fossero vissuti in uno stato di
coscienza alterato, simile a un’ipnosi. Freud, invece, riteneva che il ricordo
venisse rimosso perché troppo doloroso, quindi la mente lo
escludeva automaticamente dalla coscienza per difendersi.
Freud estese questa teoria anche ad altre malattie nervose, come le nevrosi ossessive, dove le persone sentono il bisogno di ripetere gesti o pensieri in modo compulsivo. Questo portò alla sua opera fondamentale, Studi sull'isteria (1895), che spiegava i disturbi in quattro fasi:
- Il paziente vive un trauma.
- Per difesa, dimentica l'evento perché troppo doloroso.
- L'energia emotiva legata al trauma non viene espressa.
- Questa energia si trasforma in sintomi fisici (isteria) o psicologici (nevrosi ossessiva).
Questo metodo fu
il primo passo verso la psicoanalisi, che Freud avrebbe poi sviluppato
ulteriormente.
La scoperta
della vita inconsapevole del soggetto
Freud, studiando
l'isteria e la nevrosi, arriva a una scoperta fondamentale: nella nostra mente
esistono processi di cui non siamo consapevoli. Ad esempio, i
ricordi di eventi traumatici possono essere dimenticati, ma continuano a
influenzare la psiche. Questo si collega alla teoria della rimozione,
secondo cui alcune esperienze, desideri o impulsi vengono
inconsciamente respinti perché la persona vuole eliminarli.
Queste idee
portano Freud a capire che la nostra vita mentale è molto più complessa di
quanto si pensasse e che la coscienza ha un ruolo limitato. Dopo aver
pubblicato Studi sull'isteria, Freud si dedica a una lunga
autoanalisi per confermare le sue teorie. Per quattro anni esplora la
propria mente e approfondisce il legame tra la nevrosi e la
sessualità, un'idea che il suo collega Breuer trova difficile da accettare.
Questo porta a una rottura tra i due e alla fine della loro amicizia.
Freud nota che
nei suoi pazienti i ricordi dimenticati, riportati alla luce con l'ipnosi, sono
spesso legati alla sfera sessuale. Inizialmente pensa che le nevrosi derivino
da traumi sessuali reali vissuti nell'infanzia, ma poi si rende
conto che molte di queste storie sono frutto di fantasie e desideri inconsci,
legati alla sessualità infantile.
Queste
riflessioni confluiscono nel suo libro L'interpretazione dei sogni (1900),
considerato il punto di partenza della psicoanalisi e una delle opere
più importanti del Novecento.
Il significato
dei sogni
Durante la sua
autoanalisi, Freud scopre un modo speciale per esplorare i contenuti
nascosti della mente: l'analisi dei sogni. Egli chiama questa parte nascosta
della psiche "inconscio".
Ogni notte
sogniamo per circa due o tre ore, soprattutto quando il sonno è più profondo.
Ma cosa sono i sogni e perché sono così importanti per la
psicoanalisi?
Gli antichi
credevano che i sogni fossero segni del futuro. Ad esempio, un condottiero
romano che sognava di inciampare prima di partire per una battaglia poteva
temere il fallimento della sua impresa. Freud, invece, pensa che i sogni non
parlino del futuro, ma del passato. Per lui, ogni sogno è l'espressione
di un desiderio: se un bambino sogna Babbo Natale, probabilmente desidera
ricevere dei regali. Tuttavia, spesso i sogni non sono così chiari,
perché i desideri vengono nascosti o trasformati.
Freud paragona il
sogno alla creazione di un'opera d’arte: mentre dormiamo, la nostra mente
produce immagini che possono essere affascinanti o spaventose. Proprio come un
dipinto o una poesia, i sogni devono essere interpretati per
svelare il loro vero significato.
Il meccanismo
di elaborazione dei sogni
Freud scopre che
nei sogni esistono due livelli di significato. Il primo è
il contenuto manifesto, ovvero la storia del sogno così come la
ricordiamo. Il secondo è il contenuto latente,
cioè il significato nascosto del sogno, composto da desideri, pensieri ed
emozioni inconsce che si manifestano in modo mascherato.
Il contenuto
manifesto spesso prende spunto da eventi recenti, mentre il contenuto latente
può essere collegato a ricordi molto lontani, persino all'infanzia. Tuttavia,
la nostra mente non permette ai desideri inconsci di emergere liberamente:
esiste una sorta di censura che li modifica e li nasconde. Per questo motivo,
il sogno è il risultato di un compromesso tra ciò che
vuole emergere e ciò che viene represso. Capire il vero significato di un
sogno è difficile perché bisogna superare queste barriere mentali, ed è qui che
entra in gioco lo psicoanalista, che aiuta il paziente a interpretarli.
Secondo Freud, i sogni esprimono desideri repressi, spesso legati alla sfera sessuale o a pensieri considerati inaccettabili. Questi desideri non vengono mostrati in modo diretto, ma vengono trasformati attraverso un processo chiamato "lavoro onirico". Questo lavoro avviene con diverse tecniche, tra cui:
- drammatizzazione → i pensieri astratti diventano immagini e scene concrete, senza una logica chiara;
- condensazione → un singolo elemento del
sogno può avere più significati nascosti;
- spostamento → l'attenzione si sposta da un
elemento importante a uno secondario, per confondere la coscienza;
- sovradeterminazione → un'immagine nel sogno può
rappresentare più aspetti del contenuto latente;
- dispersione → un elemento nascosto può apparire
nel sogno più volte in forme diverse.
Questi meccanismi
rendono l'interpretazione dei sogni molto complessa. Lo psicoanalista deve
analizzare ogni dettaglio, cercando collegamenti tra il sogno e i
ricordi rimossi del paziente, per aiutare la mente a svelare i suoi
segreti più profondi.
La Psicopatologia
della vita quotidiana
Durante la sua
autoanalisi, Freud applica su di sé le tecniche che usa con i pazienti e
approfondisce il funzionamento della memoria. Scopre che i meccanismi presenti
nei sogni e nei sintomi delle malattie psichiche si trovano anche in altri
fenomeni della vita quotidiana, come i lapsus (errori
involontari nel parlare o scrivere) e gli atti mancati (dimenticanze,
amnesie, disattenzioni). Anche se sembrano eventi banali, Freud li
considera segnali importanti di conflitti interiori dovuti
alla rimozione di pensieri o ricordi scomodi.
Nel suo
libro Psicopatologia della vita quotidiana (1901), Freud
spiega che i lapsus nascono dall'interferenza tra due forze:
- L'intenzione consapevole, cioè
ciò che vogliamo dire o fare.
- L'influenza inconscia, che
disturba l’intenzione originale, facendoci sbagliare.
Questi errori si
manifestano più facilmente quando siamo stanchi o distratti, perché le nostre
difese mentali si abbassano. Freud riporta diversi esempi di lapsus, come un
uomo che, in un’assemblea, invece di dire "ci imbattiamo nel punto 4", dice "ci
battiamo nel punto 4", rivelando inconsciamente un clima di conflitto. Oppure
un professore che, nel suo discorso inaugurale, dice "è una grande noia",
anziché "è una grande gioia", svelando forse il suo vero stato d'animo. Un
altro esempio è quello di un uomo che, parlando con una giovane vedova,
confonde la parola "decoratissima" con "decollatissima", rivelando
inconsciamente la sua attrazione per la scollatura della donna.
Freud conclude
che i lapsus e gli atti mancati hanno origine nell'inconscio, proprio
come i sogni. Nel sogno, i pensieri rimossi cercano di emergere, ma vengono
trasformati dalla censura mentale; negli atti mancati, invece, la censura viene
aggirata e il contenuto inconscio si manifesta sotto forma di errore.
Questi piccoli incidenti della vita quotidiana, quindi, non sono casuali, ma segnalano la presenza di desideri e pensieri nascosti. Analizzarli aiuta a scoprire ciò che la mente ha rimosso, ma che continua a influenzare il nostro comportamento e, in alcuni casi, può persino causare disturbi psicologici.
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