Husserl e il pensiero della crisi


La formazione di Husserl e l'elaborazione della fenomenologia

Husserl, nato nel 1859 in Moravia in una famiglia ebraica borghese, dedicò la sua vita allo studio con rigore, puntando all'ideale della chiarezza. Inizialmente appassionato di matematica, si avvicinò poi alla filosofia sotto l'influenza di Franz Brentano, che gli trasmise l'idea di una fondazione soggettiva del sapere. Husserl intraprese una carriera accademica insegnando in varie università e fondò il movimento fenomenologico, di cui fu il principale esponente.

Con l'ascesa di Hitler, fu costretto a lasciare l'insegnamento a causa delle leggi razziali. La sua ultima opera importante, La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale (pubblicata postuma), parte da una riflessione critica sulla civiltà europea devastata dalla disumanizzazione della scienza e della tecnica, soprattutto nell'uso bellico. Husserl sostiene che la rinascita europea sarà possibile solo recuperando il fondamento umano dei suoi valori.


Il valore della scienza per l'esistenza umana

Husserl riconosce il grande successo e rigore delle scienze europee, ma denuncia una crisi nel loro significato e nella loro validità per l'esistenza umana. Sebbene la scienza sia nata dai bisogni e dalle emozioni umane, essa ha finito per ridurre la realtà ai soli aspetti fisico-matematici, diventando una scienza dei "fatti" che esclude il soggetto e i problemi esistenziali più profondi.

Anche le scienze dello spirito, come psicologia, antropologia e storia, seguono questo approccio naturalistico, trattando l'uomo come un semplice oggetto di studio esterno e negando la sua soggettività. Husserl critica in particolare la psicologia positivista, che, per diventare rigorosa, usa metodi delle scienze naturali e considera il soggetto come un ente inanimato, ignorando la complessità della vita interiore umana.


La matematizzazione del mondo

Husserl individua l'origine della crisi delle scienze moderne nel pensiero di Galileo, che ha ridotto la natura a quantità misurabili, escludendo le qualità soggettive. Questo ha provocato una separazione tra fisico e psichico e l'affermazione di un mondo astratto e privo di senso per l'esperienza vissuta. L'uomo contemporaneo vive quindi in un mondo disorientato, privo di risposte ai bisogni esistenziali, come già denunciato da Nietzsche. Per uscire da questa crisi, Husserl propone di recuperare una filosofia intesa come scienza rigorosa e universale, capace di fondare alla radice ogni forma di sapere.

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