Marcuse: la denuncia delle contraddizioni del presente


La repressione dell'individuo nella civiltà industriale

Herbert Marcuse, esponente della Scuola di Francoforte e figura chiave della contestazione giovanile del Sessantotto, critica duramente la società industriale avanzata per la sua repressione e manipolazione dell'individuo. Nel suo libro Eros e civiltà (1955), combinando Freud e Marx, sostiene che la civiltà si è costruita reprimendo gli istinti, ma, a differenza di Freud, ritiene che nell'attuale sistema capitalistico tale repressione sia eccessiva e non necessaria. La società ha imposto il principio della prestazione, subordinando l'individuo alla produttività e al lavoro, sacrificando piacere e relazioni umane.

Questo ha portato a una sessualità ridotta a funzione procreativa e all'accettazione passiva di tale stato come normale, un fenomeno che Marcuse definisce autorepressione. Il simbolo di questa condizione è Prometeo, figura mitica che incarna la razionalità scientifica e la fatica imposta dalla tecnica, diventando emblema della civiltà occidentale fondata sul sacrificio del desiderio a favore della produttività.


Le possibili vie per superare la repressione

Marcuse individua tre vie di salvezza contro la repressione dell'individuo nelle società moderne:

  • l'arte: come per Adorno, l'arte rappresenta una forma di resistenza e liberazione. È creatività non alienata, capace di esprimere il desiderio di un mondo senza repressione. Attraverso la figura simbolica di Orfeo, Marcuse esalta l'arte come «voce che canta e non comanda», alimentando l'utopia e la speranza di un'alternativa al dominio del lavoro;
  • l'eros autenticonon la sessualità consumistica e controllata delle società industriali, ma l'energia erotica originaria, creativa e liberatoria. L'eros vero è una forza sovversiva, in grado di contrastare la razionalizzazione sociale e l'omologazione, poiché minaccia l'ordine costituito con la sua carica di piacere, libertà e creatività;
  • il "Grande rifiuto": esposto in L'uomo a una dimensione (1964), è affidato non più alla classe operaia (ormai integrata), ma agli emarginati e reietti della società opulenta (disoccupati, stranieri, sfruttati). Essi, pur inconsapevoli, rappresentano un potenziale rivoluzionario capace di distruggere il sistema dall'esterno. Anche se utopico, questo progetto è per Marcuse necessario per immaginare e costruire un futuro migliore.

Commenti